Gay & Bisex
Sfruttamento anale, menefreghismo totale
di Thefab
11.05.2020 |
15.405 |
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"Lui si sente rassicurato dalla mia risposta un po' arrogante e colma quella breve distanza che manca tra le due bocche..."
Ciao a tutti, siamo arrivati al capitolo 28 della mia storia. Ci avviamo quasi al termine, anche se c’è ancora un po' di carne al fuoco da raccontarvi. Facciamo un breve riassunto: in questo esatto momento, siamo nell’Autunno del 2018, io sto per compiere 19 anni e sono fidanzato da alcuni mesi col ragazzo di cui ero follemente innamorato da tempo. Ciò nonostante, i miei equilibri non sono ancora tali da permettermi di vivere al 100% la storia.In primis, ho avuto a che fare con Alberto e Leo. Sono due ragazzi di due anni più grandi di me, che all’età di 15 anni mi “bullizzarono” negli spogliatoi del calcio, approfittando del mio corpo e della mia ingenuità e voglia di sperimentare. Anche se i loro modi non sono mai stati proprio encomiabili, a me non è mai pesato prestarmi ai loro giochi. Dopo un periodo in cui hanno giocato altrove e, di conseguenza, il nostro rapporto si era interrotto, Alberto e Leo sono tornati nella mia società e giochiamo insieme in prima squadra.
Pur cresciuti di 3 anni e fidanzati con due ragazze da tempo, non hanno perso le vecchie abitudini e sono tornato presto a essere l’oggetto del loro desiderio. Dopo una prima fase, caratterizzata da una sorta di rivalità tra i due per accaparrarsi le mie preferenze, hanno ripianato le divergenze e ci siamo iniziati a divertire insieme.
Il nostro rapporto si è solidificato e, anche se a volte eccedono con le prese in giro e le battute davanti ai nostri compagni e amici, mi sono molto affezionato a loro. Specialmente con Alberto è nato un feeling speciale. Gli voglio tanto bene, tanto che, di recente, gli ho confidato di essermi fidanzato e di essere felice insieme al mio uomo. Alberto mi ha anche difeso e riportato sulla retta via non appena si è accorto che, preso dai miei soliti cali di umore, mi stavo facendo un po' prendere la mano con vizi solitamente non miei: il bere e il fumare canne.
Purtroppo però, negli ultimi tempi ho notato che Alberto non è più lo stesso. Continua a volermi un bene dell’anima ma è come se l’aver saputo che sono fidanzato e innamorato, abbia spento qualcosa in lui dal punto di vista sessuale verso di me. Spesso mi evita quando si tratta di organizzare i nostri momenti di intimità. Nelle rare occasioni in cui ci vediamo, assieme a Leo e al mio ex ragazzo Vesim, sembra più preso da quest’ultimo che da me.
In ogni caso ho deciso, in seguito ai tanti messaggi che mi avete mandato per dirmi che è il vostro personaggio preferito, di dedicargli un capitolo intero, che sarà il prossimo. Inserire qui anche la sua vicenda, avrebbe reso tutto troppo fugace, merita altra attenzione!
Intanto, a scuola è successo ciò che speravo da tempo. Lorenzo, un mio ex amico, con cui avevo totalmente disintegrato ogni rapporto di fiducia, ha “abusato” di me. Si, perché sono pienamente consapevole del fatto che si sia trattato di un abuso, volto solo a sfogare i suoi istinti sessuali e senza alcun tipo di componente sentimentale o altro. Ciò nonostante, la cosa mi sta benissimo.
Il solo averci potuto chiarire quelle che erano le mie ragioni, mi ha messo nelle condizioni di strafregarmene del suo pensiero. Mi sono pulito la coscienza e non mi interessa niente se mi vuol salutare davanti agli altri, se sul treno alcuni giorni mi parla e altri no.
Vuole che gli succhi il cazzo? Nessun problema, lo faccio perché ho voglia di farlo. Perché ha il cazzo più bello che io abbia mai visto, lungo, largo, succoso e voglio che sia mio. Lorenzo è fatto così, è egoista e come tale si comporta anche in questa occasione. A lui interessa svuotarsi le palle e, non avendo la ragazza, ha trovato una bella bocca, abile e vogliosa, pronta a soddisfarlo.
Questa bocca è la mia e i nostri incontri, squallidi e fugaci, avvengono quasi sempre nei bagni della scuola. Il modus operandi è sempre lo stesso: lui mi manda un messaggio, dandomi solitamente appuntamento dopo alcuni minuti. Io, qualora il prof mi faccia uscire, lo raggiungo e lo svuoto nel minor tempo possibile. Non ci sono baci, non ci sono conversazioni, non c’è niente se non il mio inginocchiarmi e prendergli in bocca quell’affare enorme.
Ho anche capito, nel giro di un paio di volte, come ama essere succhiato, il ritmo indiavolato che pretende che io dia, il volermi dominare reggendomi la testa e spingendomelo tutto dentro e mi sto abituando. Delle volte riesco a farlo venire anche in meno di 5 minuti, lui mi passa un fazzolettino e mi rantola dietro un veloce “ciao” prima di uscire e tornare in classe.
Dopo le prime volte, forse insospettito e spaventato da un paio di bussate alla porta del cesso durante i nostri rapidi rapporti, Lorenzo ha provveduto a trovare anche altri posti. Siamo nuovi in questa scuola e, col passare dei giorni, conosciamo meglio l’edificio. Ci sono degli ambienti che, a determinati orari, sono perfetti per i nostri incontri. Uno di questi, il nostro preferito, è il laboratorio d’arte. Entrare non è complicato, così come è semplice sapere se l’aula sarà occupata da qualcuno o meno. Anche la conformità dell’aula stessa, come forma, ci permette di trovare un punto abbastanza nascosto dove metterci.
Ho notato che, infatti, quando ci vediamo qui, negli orari in cui l’aula è libera e Lorenzo ha voglia, lui è più rilassato, più tranquillo e se lo gode maggiormente. Nel bagno sono rapporti rapidissimi, qui, invece, mi permette di assaporare meglio il suo enorme cazzo, di toccarglielo, di tastargli e leccargli le palle, di insalivarli bene tutta l’asta.
Delle volte, quando magari ha delle lezioni meno importanti o è reduce da un’interrogazione e quindi non ha grossa fretta di rientrare ad ascoltare le verifiche verbali dei suoi compagni, si ferma anche a farsi una sigaretta e parliamo un po'.
Io, se proprio devo dirla tutta, lo trovo sempre più bello, sempre più sexy. L’ho detto altre volte nel corso dei miei racconti: Lorenzo forse non sarà il più perfettino nei lineamenti, come magari lo è Alberto, ma è ciò che più si avvicina al mio ideale di ragazzo, nonostante la giovane età.
Difficilmente mi piacciono i tipi più piccoli di me, anzi spesso alzo il mio livello di gradimento quando si parla di trentenni. Lui, nonostante i 17 anni da poco compiuti, riesce a farmi impazzire.
Alto il giusto, ben messo fisicamente, abbastanza peloso e carattere ammaliante. Ha i capelli neri, li tiene rasati a lati e un po' più lunghetti sopra, quasi come fosse una sorta di cresta. Poi ha gli orecchini, sia da un lato che dall’altro e gli donano molto.
Una mattina sale sul treno, è una bella giornata e nessuno dei due ha voglia di andare a scuola. Ci basta uno sguardo per capirlo.
“Ti va di fare sega?” mi chiede lui. Non so perché lo chieda proprio a me. Avrebbe potuto mandare un messaggio a chiunque dei suoi nuovi compagni ma decide così. Io annuisco, pur sapendo che ho promesso ai miei e al ragazzo che avrei evitato certe scelte. Gli chiedo dove possiamo andare e lui mi propone di scendere poco dopo, in una località di mare.
Dopo una camminata, ci avviciniamo al lungomare, facciamo colazione in un bar, parlando un po' e poi Lorenzo mi fa capire che ha voglia di farsi qualche canna. Io ho promesso ad Alberto che non avrei più toccato nulla e provo a dirgli che non mi va ma Lorenzo insiste e io gli dico che farò giusto due tiri. Sarà invece proprio lui a fumare tantissimo.
Ce ne stiamo appollaiati come due relitti su un pattino, vicino al mare. Parliamo, affrontiamo tante tematiche, per lo più incentrate su di lui, visto che è di un egocentrico unico. Mi dice che ha smesso quest’anno di giocare a calcio, perché ha litigato con l’allenatore della sua squadra, che gli chiedeva di allenarsi con più frequenza. Io, sapendo della sua enorme bravura calcistica, provo a dirgli se vuol venire a giocare con noi, ma mi dice che non ha più voglia di fare sacrifici. Ad una certa, dopo un momento di silenzio, Lorenzo mi guarda. Ha la stessa espressione di quella mattina che voleva chiedermi il pompino. Sorride in modo un po' malefico ma non mi dice niente, come se con quello sguardo mi stesse giudicando.
“Vuoi un pompino?” gli chiedo io, anticipandolo con fare distaccato.
“Avevo voglia di altro…” mi dice lui, abbassando il tono di voce.
“Cioè?”
“Mi dai il culo?”. Io lo faccio terminare, poi senza scompormi minimamente, scrollo le spalle e dico semplicemente “ok”.
D’altronde sapevo che, prima o poi, me l’avrebbe chiesto. Stiamo parlando di un vero e proprio animale, uno che ha un bisogno matto di svuotarsi e che, da quando ha 12 anni, lo ha iniziato a mettere ovunque: fighe, bocche e culi. A Lorenzo non importa nulla, ha solo voglia di godere e stamattina, sapendo che abbiamo tempo e siamo soli, è venuto in mente di chiedermi qualcosa in più.
Gli chiedo dove possiamo metterci, lui mi fa cenno di seguirlo. Iniziamo a camminare nei vari chalet, cercando qualche porta delle cabine aperte. I primi tentativi vanno tutti a vuoto, poi arriviamo davanti ad una porta che sembra un po' malandata.
Capisco subito che ha in mente Lorenzo e gli dico di non farlo ma lui mi ordina di mettermi per strada e fare da palo. Io eseguo, non passa nessuno e gli faccio un segno. Lui, con un calcio forte e intenso, riesce a forzare la porta.
Mi avvicino, dentro non c’è un grande odore, diciamo che non è il massimo ma è l’unico posto che abbiamo trovato. Entro dentro, Lorenzo cerca di sistemare la porta nel migliore dei modi, anche se resta socchiusa.
Come fece la prima volta, mi ribadisce che non vuole baci e nessun cenno di romanticismo. Gli dico che non me ne frega niente e che ho solo voglia che mi scopi.
Mi tolgo le scarpe, i pantaloni e le mutande, restando in occhiali, calzini e maglia. Lui si limita ad abbassarsi pantaloni e slip alle caviglie, non prima di aver preso un preservativo dal portafoglio. Specifica subito che io sono ricchione e che vuole evitare malattie. Gli dico che non ho alcuna malattia ma che concordo con la sua scelta e lui, per tutta risposta mi dice di pensare a succhiarglielo un po'. Ha il cazzo già in tiro, è enorme.
Mi inginocchio, c’è un po' di sabbia che mi crea attrito sulle ginocchia ma è sopportabile. Gli sego un po' l’uccellone, poi lo prendo in bocca e lo succhio per un po'.
Lorenzo allarga le cosce e inizia a venire avanti un po' a ritmo, ha il respiro un po' più affannoso, come se il sapere che nessuno ci può vedere, lo lasci andare ancora di più. Mi passa la mano sui capelli e mi invita a succhiarglielo ancora, chiamandomi troia.
Ci faccio poco caso, non mi interessa niente. Poi, scarta il preservativo, mi fa allontanare leggermente e se lo infila. Mi alzo, lui mi fa posizionare contro una parete.
Io mi reggo con i palmi delle mani, Lorenzo si mette alle mie spalle. So già che non ci andrà piano, lo conosco troppo bene.
“Ce l’hai pulito il culo?” mi chiede, io confermo.
Si sputa sulla mano, me la passa sul buchetto. Sembra abituato alla procedura e mi stimola col ditino, a cui ne aggiunge un secondo poco dopo.
“Sei bello largo, che troia” commenta, io lo invito a muoversi e chiacchierare di meno.
Evidentemente, però, la mia risposta gli piace poco, perché mi punta il cazzo dietro e con un colpo secco mi penetra. Io sgrano gli occhi per il dolore e Lorenzo inizia a spingere come un ossesso.
Il suo cazzo è veramente enorme e lui non ha nessuna remora nel buttarmelo tutto dentro.
Al momento, sento il dolore pungente delle pareti anali lacerate, Lorenzo mi mette una mano attorno alla bocca e comincia a darmi dei colpi secchi.
Dopo una decina di colpi, assestati con violenza, il mio culo si sta abituando e inizio finalmente a godere. Lorenzo si accorge che mi sto contorcendo di piacere, mi toglie la mano dalla bocca e mi lascia libero di ansimare. Io sono una maschera di piacere, sto con gli occhi socchiusi e la bocca aperta, a urlare il mio eccitamento.
Mi porto una mano sull’uccello e, nonostante la sua presenza alle mie spalle, inizio furiosamente a segarmi. Lorenzo, intanto, inizia a rantolare, capisco che sta venendo, mi mette una mano sul petto e mi fa alzare il busto, poi si appoggia sulla mia spalla e riempie tutto il preservativo. Resta fermo qualche istante, ha il fiatone. Poi, senza dire niente, si toglie dal mio culo, sfila il preservativo e me lo butta ai piedi, per poi tirarsi su i pantaloni e le mutande e uscire.
Io sono solo e ho il cazzo ancora duro, per cui riprendo a segarmi in solitudine. L’orgasmo mi arriva quasi subito, lanciò un paio di gridolini e imbratto la parete sulla quale ero appoggiato del mio sperma. Con calma, mi ricompongo, per poi raggiungere Lorenzo, che sta fumando una sigaretta seduto su un muretto a circa 50 metri di distanza.
Non affrontiamo l’argomento per tutto il resto della mattinata, anzi, abbiamo entrambi un’aria di indifferenza totale. Lui è così, è la persona più menefreghista di questo mondo. Vedesse un moribondo a terra, non si degnerebbe neanche di uno sguardo e tirerebbe dritto. A me, invece, non interessa granché di ciò che ha provato. Abbiamo sfatato un altro tabù, tra noi, per il resto c’è poco altro da aggiungere.
E, chiaramente, l’aver fatto anche questo altro passo nel nostro rapporto sessuale, fa si che nei giorni seguenti, Lorenzo mi penetri anche a scuola. Non succede spesso, perché non sempre abbiamo il tempo necessario, quindi spesso deve “accontentarsi” di un rapido pompino.
Quando, però, capita che magari c’è un’assemblea o dei tempi morti e riusciamo a isolarci per qualche minuto in più, non perde occasione per mettere su un preservativo e sbattermelo nel culo senza alcun trasporto particolare. I nostri rapporti sono così, di uno squallido unico e ci lasciano sempre con la solita scia di indifferenza.
Tuttavia, anche in questa breve e insignificante vicenda, capita l’eccezione. Siamo all’incirca a metà novembre del 2018, reduci da una solita mattinata noiosa di scuola. Oggi, al contrario del solito, Lorenzo non mi ha chiesto mai di vederci durante l’orario di lezione. Poco male, non mi importa granché. Devo dire che, a volte, mi è anche venuto in mente di chiedergli io di fare qualcosa, quando il mio sedere recriminava quell’enorme e meraviglioso cazzo. Mi è capitato anche a casa, da arrapato e col mio ragazzo che non poteva venire, di ragionarci su, se provare a scrivergli e farlo venire. Ma ho sempre deciso di evitare: tolti quei fugaci incontri, non lo voglio nella mia vita e, soprattutto, non voglio che entri in casa mia.
Quando ci incontriamo in stazione, noto subito che è strafatto. So bene che Lorenzo fa uso di sostanze con frequenza, fin da ragazzino. Lo faceva già nel periodo in cui uscivamo insieme, che aveva soltanto 14 anni. In questi giorni sta aumentando di molto, probabilmente perché, più passa il tempo nella nuova scuola e più stringe amicizia con persone poco raccomandabili.
Gli vedo fare spesso movimenti strani, durante le ore di lezione. E’ altamente probabile che, se esci per andare al bagno o a prendere qualcosa al distributore, lo trovi in giro in compagnia di gente un po' così. Oggi lo vedo proprio in condizioni pessime e penso che, probabilmente, non mi ha chiamato mai per questo. E’ talmente fatto che, mentre aspettiamo il treno, si quasi addormenta sulla panchina con una birra in mano e lo devo sorreggere io per evitare che cada.
Mi guarda, con un’espressione da emerito idiota, e ride. Lo aiuto io a salire sul treno capendo subito che probabilmente non ha assunto solo e soltanto erba. E’ veramente troppo fatto.
Durante il viaggio, sembra spesso addormentarsi e io cerco di tenerlo sveglio, parlando e facendogli domande. Capisco immediatamente che non è in grado di tornare a casa da solo, perché quando siamo vicini alla sua fermata, prova ad alzarsi per avvicinarsi alle porte ma cade subito.
Decido di scendere con lui, pure se meriterebbe di restare lì da solo per quanto è stronzo e incosciente. Aggrappato alla mia spalla, con grande fatica, riesco a portarlo fino a sotto casa.
Lo saluto, dicendogli di mettersi a letto e riposare ma mi chiede di portarlo su perché non ce la fa a salire le scale. Faccio un sospiro, sono abbastanza scocciato ma lo aiuto. Abita, fortunatamente, al primo piano, quindi non dobbiamo fare troppa strada.
Appena entriamo, in casa c’è solo il fratello più grande. E’ la prima volta che lo vedo, avrà sui 26 anni ed è veramente molto carino. E’ una versione meno sbandata e più perfettina di Lorenzo, mi fa subito sesso. Se ve lo state chiedendo: no, non me lo sono scopato, né quel giorno e né mai!!!
Il fratello se la prende immediatamente, chiedendomi cosa sia successo. Non voglio metterlo in difficoltà e gli dico che ha bevuto e che l’ho trovato così all’uscita di scuola. Mi ringrazia per averlo riaccompagnato ma Lorenzo mi chiede di rimanere.
A questo punto, in enorme difficoltà, avviso il mio ragazzo che non sarei tornato per niente, spiegandogli la situazione per messaggio. Faccio mangiare qualcosa a Lorenzo, nella speranza che il cibo possa aiutarlo un po' a riprendersi. Poi il fratello dice di dover uscire per lavoro e mi chiede di badare a Lorenzo, se possibile.
Sono in enorme difficoltà, decido di portarlo in camera da letto, lo aiuto a togliere le scarpe, i pantaloni e la maglietta, lasciandolo in intimo, per poi metterlo sotto le coperte di un bel matrimoniale.
Lorenzo mi chiede di mettermi vicino a lui, di stargli vicino. Io eseguo, mi tolgo a mia volta le scarpe e mi stendo al suo fianco. Mi viene spontaneo iniziare ad accarezzargli i capelli, lo coccolo, lui gradisce e poco dopo si addormenta.
Non avendo neanche un modo per tornare a casa, visto che ho detto al mio ragazzo che poteva andare tranquillamente al lavoro e sapendo che per il prossimo treno c’è da aspettare, ne approfitto anche io. Mi tolgo i jeans e gli occhiali e mi metto sotto le coperte a riposare.
Ci addormentiamo, passano circa un paio di ore quando sento una mano avvinghiarmi da dietro.
Mi sveglio ma resto immobile, girato di spalle. Lorenzo inizia a massaggiarmi la pancia, dopo aver alzato la maglietta. Lo lascio fare, poi mi accorgo che si è notevolmente avvicinato e mi ha puntato la patta contro il sedere.
Ho il pisello durissimo a mia volta, la situazione è molto eccitante. Lorenzo si fa più intraprendente e, oltre a iniziarsi un po' a strusciare sul mio culo, scende con la mano e mi tocca il cazzo dall’esterno. E’ la prima volta che lo fa, mi sembra di impazzire.
Senza pensarci troppo, mi scosta l’elastico, me li abbassa lentamente e me lo impugna. Inizia a segarmelo, io lentamente giro la faccia dall’altra parte per fargli capire che ora sono sveglio.
“Ti voglio” mi dice, con una voce tremante. E’ sicuramente più lucido, quindi lo sta facendo con cognizione di causa. Mi giro dalla sua parte, siamo a pochi centimetri.
A mia volta, gli abbasso lo slip e gli impugno l’enorme cazzo. Ce li stiamo segando con tranquillità, a vicenda. Lorenzo si avvicina a me, abbiamo le bocche a pochi centimetri.
“Non lo dire a nessuno” mi ordina, quasi.
“E a chi lo devo dire?” domando io. Lui si sente rassicurato dalla mia risposta un po' arrogante e colma quella breve distanza che manca tra le due bocche.
Ci baciamo, per la prima volta. Non c’è sentimento, forse neanche tanta passione. E’ un bacio un po' meccanico, frutto di quel momento di eccitazione ma a me va bene così. La sua lingua è calda e si muove bene dentro la mia bocca, sollecitandomi anche il palato. Ha il fiato che sa un po' di sigaretta e un po' di alcol, ma non mi importa. Mentre pomiciamo, ci finiamo di denudare: lui mi toglie la maglietta e io gli levo la canottiera, poi ci sfiliamo completamente le mutande, restando solo con le calze.
Finalmente ho tutto il suo corpo. Il suo petto è stato depilato da poco, c’è una piccolissima ricrescita, peccato l’avrei voluto peloso. Inizio comunque ad accarezzarglielo, poi scendo sulla pancia e arrivo rapidamente al suo enorme cazzo, che è durissimo.
Senza smettere di baciarci, ci stiamo segando i cazzi a vicenda e io sto godendo come un porco. Appena ci stacchiamo l’uno dall’altro, inizio a scendere con la lingua verso il basso. Gli lecco il petto e mi soffermo sui suoi capezzoli. Lorenzo mi lascia fare e credo gradisca. Glieli insalivo per bene, poi glieli mordicchio. Diventano presto duri, turgidi. Continuo la mia discesa, gli bacio tutta la pancia, dove gli addominali sono ben accennati, per poi arrivare all’enorme pene.
Ormai gliel’ho succhiato diverse volte, ma quando lo prendo in bocca sembra essere sempre la prima, tanto è fantastico quell’uccello. Comincio a succhiare come piace a lui, molto violento, quasi a tenerlo incollato sul materasso. Lui mi fa cenno di girarmi col culo verso di lui, io obbedisco e continuo il mio lavoro.
Gli offro tutto il mio sederino, lui ci sputa e inizia a lavorarlo con le dita. Non me lo lecca ma non avevo dubbi al riguardo. Sento brividi di piacere ogni volta che va a fondo con le due dita.
“Dai ora scopiamo” mi dice.
Gli domando del preservativo, che di solito usiamo sempre ma non sembra intenzionato a cercarne uno quindi lo facciamo senza. Mi giro verso di lui e gli salgo sopra, mi impalo il cazzo e poggio le mani sul suo petto.
Mi muovo, prendo subito un buon ritmo, lo guardo e ansimo. Ogni tanto rovescio la testa all’indietro, è bellissimo. Lorenzo non è il tipo che se ne sta fermo a far fare tutto a me, è una macchina da guerra e accompagna il mio movimento dando colpi devastanti all’insù ogni volta che io vengo verso di lui. Sento il suo gigantesco cazzo entrarmi quasi fino allo stomaco.
All’inizio, le prime volte, mi faceva male, ora mi sto abituando ed è una sensazione fantastica.
Mentre io continuo a poggiarmi sul suo petto, Lorenzo mi afferra per i fianchi e mi chiava a duemila, prendendo un ritmo infernale. Ogni volta che viene in su col bacino, il rumore delle sue palle che sbattono sulle mie chiappe rimbomba nella stanza. A volte è lui stesso che, con la mano destra, mi schiaffeggia fortemente il culo.
Dopo diversi minuti in quella posizione, mi ribalta a pancia in sotto, mi alza le gambe portandomele fino a dietro la testa, poi mi punta i piedi sul materasso e si aggrappa alle mie caviglie.
E’ la prima volta che scopo in questa posizione, non è comodissima ma mi permette di sentire tutto il suo cazzo dentro. Lorenzo non ci va assolutamente leggero, assesta colpi potenti, spingendomelo tutto dentro, io sto perdendo il controllo, ho gli occhi completamente sgranati e ansimo come una puttanella.
Sento il pisello che mi pulsa, non ho neanche bisogno di toccarlo che, improvvisamente, esplodo a fontana. Inizio a schizzare fortemente, ho un orgasmo micidiale e mi imbratto anche il viso.
Lorenzo non si scompone minimamente, continua a fottermi senza ritegno e, dopo un po', decide per un terzo cambio di posizione, facendomi posizionare sul fianco e mettendosi alle mie spalle.
Si regge con la mano destra sul mio petto, mi fa alzare un po' la gamba e inizia di nuovo a scoparmi come un animale. Grugnisce, respira profondo, è scatenato. Io giro il viso verso di lui, mi schiaffa subito la lingua in bocca e io rispondo deciso al suo bacio. Dopo cinque minuti, sento che il cazzo gli si gonfia, il suo respiro si fa affannoso, prova a soffocare il verso di piacere ma gli esce una sorta di miagolio e poi si svuota nel mio culo.
Siamo sfiancati, io mi stendo a pancia in su, guardo il soffitto senza dire niente, Lorenzo sta vicino a me per qualche istante, poi si alza e va a prendere una sigaretta.
“Forse è meglio se vai ora” mi dice, in modo non aggressivo.
Io mi rivesto, con calma, lui mi ringrazia per averlo aiutato in condizioni penose e mi ricorda che non devo dire niente di quello che è successo oggi.
Raggiungo a piedi la stazione e rimango lì per una mezzora almeno, in attesa del mio treno. Ho una totale indifferenza per quello che ho fatto con Lorenzo.
L’episodio si ripeterà altre due volte, a circa 4-5 giorni di distanza l’una dall’altra, con Lorenzo che mi chiederà esplicitamente di seguirlo a casa dopo le lezioni per fottermi in un modo molto più completo nel suo letto, con tanto di baci. A scuola, invece, mi chiava con frequenza, nei giorni in cui è presente.
Un paio di volte rischiamo anche di essere scoperti. L’ultimo incontro di natura sessuale, con lui, avviene in una mattinata di Dicembre, a scuola. Fa un freddo cane e io, freddoloso di natura, sto appiccicato al termosifone. Della lezione mi interessa poco, ascolto qualcosa di tanto in tanto, a volte mi metto a manovrare col telefono, più spesso mi perdo nei miei pensieri, guardando dalla finestra. E’ la quarta ora e conto i minuti che mancano per la fine. Non vedo l’ora di tornare a casa oggi, ho voglia di mettermi al calduccio e rilassarmi.
Sento il telefono vibrare, attendo che il prof si giri verso la lavagna e tiro fuori il mio cellulare. E’ Lorenzo, mi dice di raggiungerlo nell’aula di artistica. Accetto, anche se non ho particolarmente voglia ma è sicuramente più intrigante che stare qua a fingere di ascoltare.
Alzo il braccio e domando se posso uscire. Il professore allarga le braccia, come a dire che le mie richieste sono continue ma alla fine mi dice di andare, che tanto era come se non ci fossi in classe vista la mia mancanza di attenzione e partecipazione.
Raggiungo rapidamente l’aula di artistica, mi guardo bene attorno più volte sia durante il tragitto che prima di entrare. Non c’è nessuno, quindi faccio gli ultimi mesi e raggiungo Lorenzo.
Lo vedo subito abbastanza strano ma non mi interessa niente, non gli chiedo neanche il motivo.
Senza fare storie, mi slaccio i pantaloni e mi appoggio ad un banchetto. Da dove siamo, anche se entrasse qualcuno, non potrebbe vederci e farei in tempo a ritirarmi su il tutto.
Mi metto a novanta, Lorenzo si infila il preservativo e, dopo una rapidissima preparazione del mio culo, mi penetra. E’ distaccato, come non mai. Io me ne sto lì, senza neanche tanto trasporto, provo a godermi il suo cazzo, che entra stancamente dentro di me per circa 5 minuti. Poi Lorenzo ha un piccolo gemito e si svuota nel profilattico. Non dice nulla, si riveste e va via, lasciandomi lì con i pantaloni abbassati e il cazzo durissimo.
Per alcuni giorni a venire, Lorenzo mi evita. Ha un comportamento molto strano. Al di là del non voler fare sesso, non mi dà confidenza neanche sul treno. Così, dopo alcuni giorni di sopportazione, lo affronto.
“Che altro problema hai con me?”
Si è fidanzato, ha finalmente trovato una ragazza dopo un periodo di secca, al quale non era abituato. Pertanto, non ha più nessun bisogno di svuotarsi le palle con me. Non ho alcuna reazione particolare, lo ascolto, poi alzo le spalle e dico “ok”.
Il rapporto tra me e Lorenzo sarà altalenante per tutto l’anno, con lui che, lunatico come non mai, mi degnerà solo a volte della sua parola e delle sue attenzioni. Io ho continuato a vivere il tutto in modo molto distaccato, per poi decidere di fregarmene del tutto. Non abbiamo mai più scopato, quindi la nostra ultima volta è stata squallida e veloce, consumata di strafogo nell’aula di artistica della nostra scuola. E comunque si, Lorenzo è decisamente uno dei più stronzi che ho incontrato sulla mia strada ma ne ero ben consapevole. Per questo, in fondo, non ne ho neanche sofferto, anzi mi ritengo fortunato di aver provato un simile cazzo, tra i migliori in assoluto di quelli che mi hanno penetrato in questi anni.
Nel prossimo capitolo, mi concentrerò particolarmente, come già accennato, sul personaggio di Alberto, da molti di voi definito il vostro preferito. Svelerò come si è conclusa la vicenda con lui e preparerò la strada all’ultima parte della mia storia.
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